
La storia della musica italiana custodisce un episodio poco noto ma di straordinaria importanza: il Festival Napoletano, andato in scena al Casinò Municipale di Sanremo tra la vigilia di Natale del 1931 e il primo gennaio del 1932. Una manifestazione che, di fatto, anticipò di vent’anni la nascita del Festival di Sanremo, proponendo al pubblico settentrionale la grande tradizione musicale partenopea.
L’iniziativa fu ideata e patrocinata da un gruppo di artisti napoletani guidati da Ernesto Murolo, poeta e padre del celebre cantante Roberto, e da Ernesto Tagliaferri, compositore e direttore d’orchestra. Murolo assunse la direzione artistica, mentre Tagliaferri diresse l’orchestra, portando sul palco ligure interpreti di primo piano della scena musicale dell’epoca. Decisivo fu anche il ruolo del commendatore De Santis, direttore del Casinò e napoletano d’origine, che volle proporre a Sanremo uno spaccato della sua città natale.
La scaletta del Festival Napoletano fu un vero e proprio antologico della canzone napoletana, con 23 brani che spaziavano dai grandi successi planetari a pezzi meno noti ma amatissimi dal pubblico. Tra i capolavori eseguiti figuravano:
Non mancavano altri gioielli come ‘A surrentina dei fratelli De Curtis, ‘Mbraccio a mme di Murolo e Tagliaferri, Nuttata napulitana di Nicola Valente e Carcioffolà di Eduardo Di Capua.
Il cast annoverava nomi di assoluto prestigio: Ada Bruges, celebre cantante dalle tournée internazionali, definita una sorta di “Laura Pausini dell’epoca”; Nicola Maldacea, maestro del genere Cafè Chantant; oltre a Mario Massa, Ferdinando Rubino e Carlo Buti. La scenografia ricreava una trattoria di campagna, arricchita da coreografie di tarantella e danze popolari che accompagnavano le esibizioni, rendendo lo spettacolo un’esperienza immersiva e festosa.
A differenza del format che dal 1951 avrebbe caratterizzato il Festival di Sanremo, il Festival Napoletano non fu una gara di brani inediti. Era concepito come vetrina promozionale della musica partenopea, un modo per diffondere al Nord e all’estero un repertorio già ampiamente conosciuto e amato. La scelta del periodo natalizio ne accentuava il carattere celebrativo e popolare.
Le somiglianze con il futuro Festival di Sanremo sono sorprendenti:
Non è azzardato, dunque, considerare il Festival Napoletano come una sorta di prototipo del Festival di Sanremo, ideato da Napoli e portato a Sanremo vent’anni prima della celebre kermesse.
Un raro depliant conservato negli archivi della Fondazione Bideri testimonia che nell’aprile del 1932 si svolse una seconda edizione del Festival Napoletano, segno del successo riscosso dalla prima. Una replica “a grande richiesta” che conferma l’impatto culturale e popolare della manifestazione.
A 95 anni da quella storica edizione, il Festival Napoletano ritorna a Napoli il 15 dicembre 2025, al Teatro Politeama, ideato da Alfonso Gemito e diretto da Savio Morelli. L’evento, promosso dall’ Associazione Dagal Creations Aps, patrocinata dal Comune di Palma Campania non sarà un concorso, ma una vetrina celebrativa della musica partenopea. Un omaggio alla sua origine, alla sua bellezza, e alla sua capacità di parlare al mondo.
Il Festival Napoletano del 1931–32 non fu soltanto un evento musicale, ma un atto di orgoglio e di diffusione culturale. Napoli portò la sua musica a Sanremo, anticipando di vent’anni la formula che avrebbe reso celebre la città ligure. Una pagina di storia che merita di essere ricordata come l’origine partenopea del Festival di Sanremo.


